Il pazzo

Dal blog di Berlicche che secondo me ha composto una delle migliori meditazioni della rete sul Venerdì Santo. Per i tempi di internet possiamo già parlare di testo "antico". Correva l'anno 2010.
Il suo autore lo trovate QUI con molti altri talentuosi testi.

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Il pazzo

Nel tempestoso pomeriggio di una primavera di quasi 2000 anni fa moriva, appeso ad una croce, un uomo che diceva di essere un Dio.
C’è chi dice che sia facile morire sapendo di essere un Dio, che il terzo giorno risorgerai.
Io non sono d’accordo.
Sono molto più d’accordo con Peguy, che dice che

I ladroni non urlavano che un urlo umano (…)
perché non conoscevano che una desolazione umana.

Se decidi di morire, se consapevolmente decidi di andare dove ti uccideranno, lo puoi fare per varie ragioni.
Puoi essere disperato, totalmente disperato, tanto disperato da suicidarti. Ma non è il caso di Gesù, che supplicava che gli fosse risparmiata la croce.
O puoi essere completamente masochista. Godere della tua morte. Idem come sopra.
Oppure pensare che quello che stai per attraversare, la tua morte orrenda, sia un vantaggio.
Un vantaggio per chi, però?
Per te?

Sei giovane, nel fiore degli anni, e sei un predicatore di successo. Sai che, messi alla prova, i tuoi amici e discepoli ti tradiranno. Nessuna garanzia che sarai ricordato, anzi. Tutto quello che hai sarà perduto per sempre, in ogni caso. E non è che sei così sicuro che risorgerai. Perchè o è vero che sei figlio di Dio, o sei completamente folle. E, se sei pazzo, marcirai nella tomba.
Dov’è dunque il vantaggio?

Forse un vantaggio per gli altri? Quelli che ti stanno tradendo, o uccidendo? E che vantaggio, se sarai dimenticato nella tomba?
Oh, certo, molto facile morire per questo.

Perchè o sei un pazzo, e morirai su quella croce, e basta…
o sei proprio Dio, e su quella croce non ti bruceranno solo le tue mani e i tuoi piedi e la schiena e la testa e le ginocchia e i gomiti e il costato. Quello che più ti brucerà, quello che ti strazierà, sarà il male dell’intera umanità lungo tutto l’arco del tempo. Il dolore immenso, inenarrabile, di tutti i peccati che stai redimendo; e il dolore sconfinato e abissale di tutto il male che non potrà essere redento, lo strazio più grande: coloro per i quali quella sofferenza sarà inutile. Coloro che hai amato come gli altri, dal profondo del tempo, ma ti hanno rifiutato, ti rifiuteranno, negando, irridendo, minimizzando, pensando di riuscire salvarsi da soli. Coloro per i quali il tuo cuore brucia, e si fermerà inutilmente.
Sì, bisogna essere completamente pazzi per morire in questa maniera perché si è convinti di redimere il mondo.
O amarlo come noi non potremo mai capire.

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Link del testo originale
Grazie.

Nota per chi non conoscesse Berlicche: oltre ad invitarvi a leggere la presentazione direttamente sul suo blog, ritengo utile fornire una breve precisazione a causa di alcuni fraintendimenti rilevati in rete. 
L'autore del blog è un cattolico 100% garantito, osservante praticante, il quale viaggia in internet con l'immagine del diavoletto come sua "identità" in quanto "Berlicche" è l'omonimo personaggio creato dallo scrittore cattolico C.S. Lewis (lo stesso autore delle Cronache di Narnia). 
Tale diavoletto nel suo combattimento con Dio in realtà ci rivela molto bene chi è il Dio cristiano... del quale ha nostalgia. Il blog non si dedica quindi a prendere in giro i cattolici e/o a contestare gli argomenti cristiani, bensì il contrario: si occupa di difendere la Fede.

Ecco un esempio fresco di oggi 30 marzo 2018, un racconto "in continuità" con Il Pazzo - in entrambi i casi si tratta del Venerdì Santo - ma stavolta i fatti evangelici sono narrati dal punto di vista di uno che stava "sotto": Un affare concluso




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